Questo spettacolo non ha nulla di auto-
biografico, non è la lamentela di un artista che si sente vittima del sistema né tantomeno si
sente scartato dalla televisione.
Fondamentalmente ha la pretesa di far ridere
(salvo prova contraria), e se proprio si ha la necessità di volergli attribuire un messaggio
(minimo), allora diciamo che è uno spettacolo dedicato a tutti quelli che il 90% delle volte
accendendo il televisore esclamano "Ma a chist' chi l'ha miso ccà!!!"; "Chest 'o saccio fa'
pur' io"; "E chisto guadagna tanti sorde pe' dicere 'sti strunzate!!"; o peggio ancora "Non è
giusto che questa persona debba rappresentarci, ce mette 'o scuorno 'nfaccia!!!".
Premetto che sono frasi sacrosante e pienamente condivisibili (per la maggior parte dei casi),
ma almeno per una volta vale la pena andare oltre il giudizio sommario e riflettere sul perché
di tutto ciò. Se non altro alla fine potremo esclamare "Chisto nun vale niente, ma sacciio
pure pecché sta ccà!!!".
Chiaramente questo è il mio pensiero di telespettatore
comune, che non ha alcuna pretesa di essere una verità assoluta, ma come si suol dire è
"l'idea che m'aggio fatto!!".
Simone Schettino
Esprimi un giudizio scegliendo fra le seguenti opzioni:
Condivido pienamente;
Mamma mia comme si' pesante;
T'abbrucia ca nun jesci cchiù in televisione;
"Maradona è meglio 'e Pelè".
Clicca su una delle quattro, o su tutte e quattro le opzioni, tanto so' finte e nun succede
niente. L'unica verità assoluta infatti è la quarta opzione, e non ha certamente bisogno di
essere cliccata. "Maradona è insidacabilmente meglio 'e Pelè".
Se tocco il fondo.... sfondo" è
il nuovo spettacolo che segna il ritorno in teatro a Napoli di
Simone Schettino dopo due anni di tournee nazionali.
Del suo nuovo spettacolo, pur mantenendo inalterata la forza comica e la centralità dei suoi
monologhi, Schettino ha scelto di contestualizzarli e di inserirli in un universo non solo
evocato ma
rappresentato e scenograficamente riconoscibile: il mondo della televisione;
un mondo avido ma al contempo ricco di suggestioni e promesse che attira nella sua orbita
Simone,
nei panni di un talentuoso ma sconosciuto aspirante comico napoletano, protagonista per una
sera
della trasmissione televisiva "UNO QUALUNQUE".
Il programma, a metà tra il talent show, il talk e il reality, è un tritacarne che macina
uomini e
sentimenti, dosa sapientemente crudeltà e buonismo, si insinua in maniera subdola nel privato
degli
ignari concorrenti e quando questo non è sufficientemente degradante ne costruisce uno
fittizio.
Tutto va bene pur di conquistare l'audience. Un'arena mediatica, dove vengono sacrificati gli
ignari
concorrenti dati in pasto a un pubblico televisivo sempre più vorace e incolto, un gioco al
massacro
nel quale suo malgrado si fa coinvolgere Simone.
Pur di raggiungere l'ambito contratto messo in palio dalla Rete, il protagonista accetta di
impersonare il peggiore cliché del napoletano cialtrone, furbo e disonesto. Si presta alle
manipolazioni dello spregiudicato ed egocentrico presentatore che gli cuce addosso un passato
fatto
di povertà, abbandono e tossicodipendenza.
Se Il successo è il premio, la dignità è il prezzo che Simone accetta di pagare, non solo la
sua ma
anche quella della sua città, della sua gente, dei suoi amici della sua famiglia. Simone, pur
di
"sfondare", è pronto a toccare il fondo, ma saprà fermarsi prima di "iniziare a scavare"?
Il nuovo spettacolo di Simone Schettino non si limita a mettere alla berlina il mondo della
televisione ma anche lo stereotipo culturale napoletano che, nonostante 1'avanzare del tempo,
rappresenta per molti una via d'uscita grandiosa e consolatoria.
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